Il 3º Seminario Internazionale di Riflessione e Analisi “…pianeta terra: movimenti anti-sistemici…” è iniziato questa mattina nella Università’ della Terra, CIDECI Las Casas, a San Cristobal de las Casas in Chiapas.
È palpabile il clima di speranza e aspettativa dato dalla mobilitazione silenziosa che l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha realizzato venerdì scorso.
Secondo Xóchitl Leyva, investigatrice militante del CIECAS Sureste, l’occupazione silenziosa degli stessi cinque municipi presi 19 anni fa dall’EZLN, è la prova della costruzione “dell’organizzazione come arma di lotta”. Il ciclo aperto il 1º gennaio del 1994 è stato rinnovato il 21 Dicembre scorso da decine di migliaia di zapatisti. La recente mobilitazione – la più grande dalla nascita del movimento Zapatista – coincide con diverse ricorrenze: 19 anni dall’insurrezione e 29 dalla fondazione dell’EZLN, oltre al 43º anniversario delle lotte di liberazione nazionale; 15 anni dal massacro di Acteal; la commemorazione dei 300 anni dalla ribellione tseltal a Cancuc; e, naturalmente, la fine del 13º Baktun del calendario lungo dei Maya.
Xóchitl Leyva ha messo a confronto la silenziosa marcia Zapatista con il modo in cui la fine del ciclo del calendario è stata mercificata e resa un fenomeno mediatico legato alla storia della fine del mondo. La propaganda capitalista ha approfittato di questa data per promuovere un turismo culturale, parte della macchina ideologica del multiculturalismo neoliberista.
Questa posizione politico-filosofica esalta la diversità’ culturale, pero’ rende invisibile le disuguaglianze, l’emarginazione e i conflitti che il capitalismo stesso acuisce.
Di fronte all’assalto del capitalismo che usurpa, Leyva riconosce l’apporto delle lotte dei Mapuche in Chile e dell’EZLN in Messico, che mirano al riconoscimento culturale e alla redistribuzione della ricchezza.
Questi processi politici e culturali aprono una breccia e accrescono la crisi economica, politica, filosofica, culturale ed epistemologica del capitalismo.
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